(in cirillico Никола́й Алекса́ндрович Бердя́ев) filosofo e scrittore russo che nacque presso Kiev il 18 marzo 1874 da famiglia benestante con tradizioni militari. Suo padre, Alexander Mikhailovich Berdjaev, era un ufficiale di cavalleria, poi capo della nobiltà del distretto di Kiev, in seguito presidente del consiglio di amministrazione della banca fondiaria di Kiev; la madre, Alina Sergeevna era francese da parte di madre. Nikolaj Aleksandrovic studiò presso l’Accademia Militare per poi passare allo studio del Diritto. Da subito ebbe un’infatuazione per le idee socialiste tanto che nel 1898, ancor prima di laurearsi, fu arrestato la prima volta ed esiliato a Vologda.
Fini così il suo corso di studi istituzionale ma nn cessò la sua fame culturale. Divenne infatti uno scrittore prolifico e di grande erudizione in tanti campi del sapere. Al pari di tanti giovani studiosi russi a lui contemporanei, Berdjaev all’iniziò simpatizzò per il marxismo, ma fu sempre libero nella sua critica tanto da prospettarne delle versioni più vicine alla sua sensibilità. Critico anche nelle questioni religiose fu però sempre attratto dalla spiritualità del suo popolo formandosi una visione di realismo religioso soprattutto sotto l’influsso delle idee di Vladimir Solov’ev. Su queste basi andò elaborando una sua concezione cristiana del mondo la cui idea dominante e quasi ossessiva è quella della libertà creatrice.
Di questo periodo (1902) è la sua collaborazione con Bulgakov, anch’egli passato dal marxismo alla teologia ortodossa, e insieme ad altri pensatori pubblica l’antologia “Problemi dell’idealismo” che rappresenta il cambio di registro di questa parte dell’intellettualità russa dalle problematiche meramente politico-sociali a quelle filosofiche, morali e teologiche. Nel 1904 si trasferì con la moglie a San Pietroburgo, città che allora era non solo la capitale ma anche il centro culturale principale della Russia.
Nel 1909 è l’anima di una seconda antologia, Vechi, che rappresenta la definitiva rinascita degli intellettuali cristiani.
La sua fede cristiano ortodossa non impedì al suo spirito critico e irruente di criticare la Chiesa istituzionale; nel 1913 attaccò duramente il sinodo della Chiesa ortodossa russa, venendo per questo accusato di blasfemia. Si trattava di un articolo anticlericale in difesa dei monaci athoniti. Per questo venne condannato alla deportazione in Siberia, ma la Prima Guerra Mondiale e la rivoluzione impedirono l’esecuzione della sentenza.
Nel 1918, Berdjaev collabora a una terza antologia, Iz glubiny , che verrà proibita da Lenin.
Nel 1922 fu definitivamente espulso dalla Russia comunista insieme ad altri filosofi e intellettuali che non si erano adattati al comunismo bolschevico. La sua prima dimora in esilio fu la città di Berlino e poi dal 1925 si trasferì definitivamente a Parigi dove morì sulla sua scrivania il 24 marzo 1948.
“La prima volta che sono stato arrestato è stato quando avevo 20 anni in relazione al caso del cosiddetto Centro Tattico, con il quale non avevo alcun legame diretto. Ma molti dei miei buoni amici furono arrestati. Di conseguenza, c’è stato un grande processo, ma non sono stato coinvolto in esso”. Berdyaev fu arrestato per la seconda volta nel 1922. “Sono rimasto lì per circa una settimana. Sono stato invitato dall’investigatore e mi è stato detto che sarei stato deportato dalla Russia sovietica all’estero. Mi hanno fatto firmare che se fossi apparso al confine dell’URSS mi avrebbero fucilato. Dopodiché sono stato rilasciato. Ma passarono circa due mesi prima che potessi andare all’estero.”
Al centro dalla sua riflessione si trovano i concetti di creazione e di libertà, in opposizione a una “società collettivizzata e meccanizzata”, alla ricerca di una via diversa da quelle indicate dall’autonomismo antropologico e rivoluzionario del marxismo e dal trionfo di un individualismo che separava spiritualità e giustizia sociale. Tra autoritarismo massificante comunista e individualismo capitalistico-borghese, si fece ricercatore di una terza via d’uscita.
Opere principali
- La libertà cristiana (1911; trad. it. Il ramo 2008);
- Religione e filosofia (1911; trad.it. Il ramo 2010);
- Il senso della creazione. Saggio per una giustificazione dell’uomo (1916; trad. it. Jaca Book 1994);
- La concezione di Dostoevskij (1923; trad. it. Einaudi 2002);
- Nuovo Medioevo (1923; trad. it. Fazi 2004);
- Filosofia dello spirito libero. Problema e apologia del cristianesimo (1927; trad. it. San Paolo 1997);
- Il destino dell’uomo (1931);
- Cristianesimo e guerra di classe (1931);
- Gli spiriti della rivoluzione russa (1931; trad. it. Bruno Mondadori 2001);
- Solitudine e società (1934);
- Il pensiero borghese (1934);
- Verità e rivelazione (1937; trad. it. Rosenberg & Sellier 1996);
- Schiavitù e libertà dell’uomo (1939; trad. it. Bompiani 2010);
- L’inizio e la fine (1941);
- L’uomo e la tecnica (1948; trad it. Il ramo 2005);
- Autobiografia spirituale (1949; trad. it. Jaca Book 2006).