Aldous Huxley: L’ultima rivoluzione

Huxley, L’ultima rivoluzione
Huxley, L’ultima rivoluzione

Aldous Huxley, L’ultima rivoluzione, 1962. Nostra traduzione dall’inglese di un intervento di Aldous Huxley presso l’UC Berkeley Language Center nel 1962. Il carattere informale della discussione si ripercuote sull’imprecisione linguistica propria dell’oralità e sulle incomprensioni della registrazione che hanno generato le lacune evidenziate tra parentesi quadre […]. Le riflessioni di uno scrittore che ha preconizzato molti degli eventi distopici che oggi sembrerebbero essersi tradotti in realtà.


20 marzo 1962

Huxley delinea come potrebbe essere la rivoluzione definitiva della società: una dittatura scientifica in cui le persone non saranno obbligate ma condizionate, convinte a godersi la propria servitù. In una tale condizione la massa umana porrà poca opposizione all’oligarchia dominante. Nel discorso, Huxley ragiona anche sul confronto tra il suo libro ‘Brave New World’ e ‘1984’ di George Orwell considerando la tecnica descritta da quest’ultimo come troppo obsoleta per un’effettiva realizzazione.

Aldous Huxley è un famoso saggista e romanziere che durante il semestre primaverile risiede all’università di Berkley. Il signor Huxley è recentemente tornato da una conferenza presso l’Istituto per lo studio delle istituzioni democratiche di Santa Barbara, dove la discussione si è concentrata sullo sviluppo di nuove tecniche attraverso le quali controllare e dirigere il comportamento umano. Tradizionalmente è stato possibile sopprimere la libertà individuale attraverso l’applicazione della coercizione fisica, attraverso il richiamo delle ideologie, attraverso la manipo-lazione dell’ambiente fisico e sociale dell’uomo e, più recentemente, attraverso le tecniche più rozze di condizionamento psicologico. La Rivoluzione Ultima, di cui parlerà oggi Huxley, riguarda lo sviluppo di nuovi controlli comportamentali che operano direttamente sulla struttura psicofisio-logica dell’uomo, cioè la capacità di sostituire le costrizioni esterne con compulsioni interne. Come sanno bene quelli di noi che hanno familiarità con le opere di Huxley, questo è un argomento di cui si è occupato per un bel periodo di tempo. Il signor Huxley farà una presentazione di circa mezz’ora, seguita da alcune brevi discussioni e domande da parte dei due relatori seduti alla mia sinistra, la signora Lillian [???] e il signor John Post. Ora, a lei signor Huxley.

Huxley: Grazie. Innanzitutto, vorrei dire che il convegno di Santa Barbara non riguardava direttamente il controllo della mente. Quella era una conferenza – ce ne sono state due al Medical Center dell’Università della California a San Francisco, una quest’anno a cui non ho partecipato e una due anni fa in cui c’è stata una discussione approfondita su questo argomento. A Santa Barbara si parlava di tecnologia in generale e degli effetti che essa può avere sulla società, nonché dei problemi legati all’esportazione della tecnologia nei paesi sotto-sviluppati.

Bene, per quanto riguarda questo problema della rivoluzione definitiva: questo è stato riassunto molto bene dal moderatore. Nel passato possiamo dire che tutte le rivoluzioni hanno mirato essenzialmente a cambiare l’ambiente per cambiare l’individuo. Voglio dire, c’è stata la rivoluzione politica, la rivoluzione economica, al tempo della riforma, la rivoluzione religiosa. Tutti queste miravano, come ho detto, non direttamente all’essere umano, ma a ciò che lo circondava. Quindi, modificando l’ambiente circostante, rimuovi gli effetti che questo ha sull’essere umano.

Oggi siamo di fronte, credo, all’avvicinarsi di quella che può essere chiamata la rivoluzione definitiva, la rivoluzione finale, in cui l’uomo può agire direttamente sulla mente-corpo dei suoi simili. Ebbene, è inutile dire che fin dall’inizio dei tempi è in atto una sorta di azione diretta psico-somatica sull’umano, ma generalmente è stata di natura violenta. Le tecniche del terrorismo sono note da tempo immemorabile e le persone le hanno impiegate con più o meno ingegnosità, a volte con la massima crudeltà, a volte con una buona dose di abilità acquisita attraverso un processo di tentativi ed errori, scoprendo i modi migliori per utilizzare la tortura, la reclusione o le costrizioni di varia natura.

Ma come disse molti anni fa, mi sembra Metternich: “con le baionette si può fare tutto tranne che sedercisi sopra”. Se intendi controllare una popolazione per un certo periodo di tempo, devi avere una certa misura di consenso. È estremamente difficile immaginare come il terrorismo puro possa funzionare indefinitamente. Può funzionare per un periodo abbastanza lungo, ma penso che, prima o poi, bisogna introdurre un elemento di persuasione, un elemento per convincere le persone ad acconsentire a ciò che sta loro accadendo.

Ebbene, mi sembra che la natura della rivoluzione definitiva che ci troviamo di fronte sia proprio questa: che stiamo sviluppando tutta una serie di tecniche che consentiranno all’oligarchia un tipo di controllo – che è sempre esistito e presumibilmente esisterà sempre – per convincere le persone ad amare davvero la propria servitù. Questa è, mi sembra, la massima espressione delle rivoluzioni malevole, per così dire. E questo è un problema che mi interessa da molti anni e su cui trent’anni fa ho scritto una favola, Brave New World[1], che è essenzialmente il racconto di una società una favola, Brave New World, che è essenzialmente il resoconto di una società (che si avvale di tutti i dispositivi all’epoca disponibili, e di alcuni di quelli che ho immaginato possibili) che ne fa uso  per, innanzitutto, uniformare la popolazione, appianare le scomode differenze umane, creare, per così dire, modelli di esseri umani prodotti in serie e disposti in una specie di sistema scientifico di caste

E da allora ho continuato a interessarmi estremamente a questo problema e ho notato con crescente sgomento che un certo numero di predizioni che erano puramente fantastiche quando le feci trent’anni fa si sono avverate o sembrano sul punto di avverarsi; che un certo numero di tecniche di cui ho parlato sembrano essere già qui. E sembra esserci un movimento generale nella direzione di questo tipo di rivoluzione definitiva, questo metodo di controllo, attraverso il quale un popolo può essere portato a godere di uno stato di cose di cui (secondo qualsiasi standard decente) non dovrebbe godere: il godimento della servitù. Ebbene, questo processo, come ho detto, è andato avanti nel corso degli anni e mi sono interessato sempre di più a ciò che sta accadendo.

E qui vorrei confrontare brevemente la parabola del Mondo Nuovo con un’altra parabola proposta più recentemente nel libro di George Orwell, 1984. Orwell scrisse il suo libro, credo, tra il 45 e il 48, nel periodo in cui il regime del terrore stalinista era ancora in pieno svolgimento, e subito dopo il crollo del regime del terrore hitleriano. E il suo libro – che ammiro moltissimo, è un libro di grandissimo talento e straordinaria ingegnosità – mostra, per così dire, una proiezione nel futuro dell’immediato passato (di quello che per lui era l’immediato passato) e dell’immediato presente. Era una proiezione nel futuro di una società in cui il controllo era esercitato interamente dal terrorismo e da attacchi violenti alla mente-corpo degli individui.

Mentre il mio libro – che fu scritto nel 1932, quando esisteva solo una blanda dittatura sotto Mussolini – non era oscurato dall’idea del terrorismo, e quindi ero libero in un modo in cui Orwell non poteva essere libero, pensare a questi altri metodi di controllo, questi metodi non violenti. E sono propenso a pensare che le dittature scientifiche del futuro (e penso che ci saranno dittature scientifiche in molte parti del mondo) saranno probabilmente molto più vicine al modello del Brave New World che a quello di 1984. Seguiranno il primo modello non a causa di qualche scrupolo umanitario dei dittatori scientifici, ma semplicemente perché il modello Brave New World è probabilmente molto più efficiente dell’altro. Che, se riesci a convincere le persone ad acconsentire allo stato di cose in cui vivono – lo stato di servitù, lo stato dell’essere, in cui le loro differenze vengono appianate e rese disponibili ai metodi di produzione di massa a livello sociale – se riuscite a farlo, avrete probabilmente una società molto più stabile e molto più duratura, una società molto più facilmente controllabile, di quella che avreste se vi affidaste interamente ai club, ai plotoni di esecuzione e ai campi di concentra-mento.

Quindi la mia sensazione è che il quadro di 1984 fosse influenzato, ovviamente, dall’immediato passato e presente in cui Orwell viveva, ma il passato e il presente di quegli anni non rappresentano, a mio avviso, la probabile tendenza di cosa succederà. Inutile dire che non ci libereremo mai del terrorismo. Questo troverà sempre la sua strada per emergere verso la superficie. Ma penso che nella misura in cui i dittatori diventeranno sempre più scientifici, sempre più interessati alla società tecnicamente, perfettamente funzionante, saranno sempre più interessati a quel tipo di tecniche che ho immaginato e descritto come realtà esistenti in Brave New World. Mi sembra quindi che questa rivoluzione definitiva non sia poi così lontana; che già esistono numerose tecniche per realizzare questo tipo di controllo. E resta da vedere quando, dove e da chi verranno applicati per la prima volta su larga scala.

E prima di tutto lasciatemi parlare un po’ del miglioramento anche delle tecniche del terrorismo. Penso che ci siano stati dei miglioramenti. Pavlov, dopotutto, ha fatto delle osservazioni estremamen-te profonde sia sugli animali che sugli esseri umani. E scoprì, tra l’altro, che le tecniche di condizionamento applicate ad animali o ad esseri umani in uno stato di stress psicologico o fisico penetravano, per così dire, molto profondamente nella struttura psico-fisica della creatura, ed erano estremamente difficili da eliminare. Così sembravano essere radicati più profondamente di altre forme di condizionamento. E questo, ovviamente, questo fatto, credo, è stato scoperto empiricamente in passato. Le persone hanno utilizzato molte di queste tecniche. Ma la differenza tra i vecchi metodi intuitivi empirici e i nostri metodi è la differenza tra il punto di vista di un artigiano, in un certo senso, incostante, e il punto di vista genuinamente scientifico. Voglio dire, penso che ci sia una reale differenza tra noi e, ad esempio, gli inquisitori del XVI secolo. Sappiamo molto più precisamente cosa stiamo facendo di quanto sapessero loro, e possiamo estendere (grazie alla nostra conoscenza teorica) ciò che stiamo facendo a un’area più ampia con una maggiore sicurezza di produrre qualcosa che funzioni davvero.

In questo contesto vorrei menzionare i capitoli estremamente interessanti di Battle for the Mind del Dott. William Sargant, in cui sottolinea come intuitivamente alcuni dei grandi insegnanti e leader religiosi del passato abbiano adottato il metodo pavloviano. Egli parla specificamente del metodo di Wesley per produrre conversioni, che erano essenzialmente basati su una tecnica per aumentare al limite lo stress psicologico parlando del fuoco dell’inferno, rendendo così le persone estrema-mente vulnerabili alla suggestione, e poi rilasciando improvvisamente questo stress offrendo speranze di paradiso. E questo è un aspetto molto interes-sante nel mostrare come, su basi puramente intuitive ed empiriche, un abile psicologo naturale, come lo era Wesley, potesse scoprire questi metodi pavloviani.

Bene, come ho detto, ora sappiamo il motivo per cui queste tecniche hanno funzionato, e non c’è dubbio che possiamo (se vogliamo) portarle molto più lontano di quanto fosse possibile in passato. E, naturalmente, nella storia recente del lavaggio del cervello – sia applicato ai prigionieri di guerra che al personale inferiore del partito comunista in Cina – vediamo che i metodi pavloviani sono stati applicati sistematicamente ed evidentemente con straordina-ria efficacia. Voglio dire, penso che non ci siano dubbi sul fatto che, con l’applicazione di questi metodi, sia stato creato un vasto esercito di persone totalmente devote. Il condizionamento è stato spinto, per così dire, attraverso una sorta di ionoforesi psicologica, nelle profondità più profonde dell’essere umano, ed è diventato così profondo che è molto difficile che venga mai sradicato. E questi metodi, penso, rappresentano un vero e proprio perfezionamento rispetto ai vecchi metodi di terrore, perché combinano metodi di terrore con metodi di accettazione; cioè la persona che è sottoposta ad una forma di stress terroristico, ma allo scopo di indurre una sorta di accettazione “volontaria” dello stato psicologico in cui è stata spinta e dello stato di cose in cui si trova. Quindi, come ho detto, c’è stato un netto miglioramento, per così dire, anche nelle tecniche del terrorismo.

Ebbene, veniamo allora a considerare altre tecniche, tecniche non terroristiche, per indurre al consenso e per indurre le persone ad amare la propria servitù. Qui, non penso di poterli esaminare tutti, perché non li conosco tutti, ma voglio dire, posso menzionare alcuni dei metodi più ovvi che ora possono essere usati, e che provengono dalle recenti scoperte scientifiche.

Innanzitutto, ci sono i metodi legati alla suggestione diretta e all’ipnosi. Penso che su questo argomento sappiamo molto di più di quanto si sapesse in passato. Le persone, ovviamente, hanno sempre saputo della suggestione e, sebbene non conoscessero la parola “ipnosi”, certamente la praticavano in vari modi. Ma penso che abbiamo una conoscenza molto maggiore dell’argomento rispetto al passato, e possiamo utilizzare la nostra conoscenza in modi in cui penso che il passato non sia mai stato in grado di farne uso. Ad esempio, una delle cose che ora sappiamo con certezza è che esiste, ovviamente, un’enorme – voglio dire, questo è sempre stato noto – una grandissima differenza tra gli individui per quanto riguarda la loro suggestionabilità. Ma ora, credo, conosciamo abba-stanza chiaramente il tipo di struttura statistica di una popolazione rispetto alla sua suggestionabilità.

È molto interessante osservare i risultati dei diversi campi. Voglio dire, nel campo dell’ipnosi, nel campo della somministrazione di placebo, per esempio, nel campo della suggestione generale, negli stati di sonnolenza o di sonno leggero troverete continua-mente gli stessi ordini di grandezza. Scoprirai, ad esempio, che l’ipnotizzatore esperto ti dirà che la percentuale di persone che possono essere ipnotizzate con la massima facilità, proprio così, è di circa il venti per cento, e circa un numero corrispon-dente all’altra estremità della scala che sono molto, molto difficili o quasi impossibili da ipnotizzare. Ma nel mezzo c’è una grande massa di persone che, con più o meno difficoltà, possono essere ipnotizzate; che possono essere gradualmente (se ci si lavora abbastanza) portati nello stato ipnotico.

E allo stesso modo si ripresentano gli stessi dati, ad esempio, per quanto riguarda la somministrazione di placebo. Un grande esperimento è stato condotto tre, quattro anni fa nell’ospedale generale di Boston su casi post-operatori, in cui a diverse centinaia di uomini e donne che soffrivano di dolori simili dopo gravi operazioni e a cui erano state fatte iniezioni ogni volta che lo chiedevano, ogni volta che il dolore diventava forte. Il 50% delle iniezioni era di morfina e il 50% di acqua distillata. E circa il venti per cento di coloro che hanno partecipato all’esperimento, circa il venti per cento di loro hanno ottenuto lo stesso sollievo sia dall’acqua distillata che dalla morfina. Circa il venti per cento non ha avuto alcun sollievo dall’acqua distillata. E nel mezzo c’erano quelli che ottenevano un po’ di sollievo o lo ottenevano occasionalmente. Quindi, ancora una volta, vediamo lo stesso tipo di distribuzione.

E allo stesso modo, per quanto riguarda ciò che in Brave New World ho chiamato ipnopedia, l’inse-gnamento del sonno, stavo parlando non molto tempo fa con un uomo che produce dischi sul fatto che le persone possono ascoltare durante la parte leggera del sonno. Voglio dire, questi sono dischi per diventare ricchi, per la soddisfazione sessuale, per la fiducia nelle capacità di vendita e così via. E ha detto che è molto interessante che questi dischi vengano venduti con il rimborso, e dice che regolarmente ci sono tra il quindici e il venti per cento delle persone che scrivono indignate dicendo che i dischi non funzionano affatto, e lui restituisce i soldi subito. Ci sono invece più del venti per cento che scrivono con entusiasmo, dicendo che sono molto più ricchi, che la loro vita sessuale è molto migliore, eccetera, eccetera. E questi, ovviamente, sono i clienti dei sogni e acquistano sempre più di questi dischi. E poi, nel mezzo, ci sono quelli che si lamentano di non ottenere molti risultati, e devono ricevere lettere scritte che dicono: “Vai, persisti, mio ​​caro! Vai avanti e ci arriverai”, e generalmente ottengono risultati a lungo termine.

Ebbene, come ho detto, sulla base di ciò, penso che vediamo abbastanza chiaramente che le popolazioni umane possono essere classificate abbastanza chiaramente in base alla loro suggestionabilità. Ho il forte sospetto che questo venti per cento sia lo stesso in tutti questi casi, e sospetto anche che non sarebbe affatto difficile riconoscere, fin dalla primissima infanzia, chi sono coloro che sono estremamente suggestionabili, chi sono quelli estremamente non suggestionabili e chi sono coloro che occupano lo spazio intermedio. Chiaramente, se tutti fossero estremamente poco suggestionabili, la società organizzata sarebbe del tutto impossibile. E se tutti fossero estremamente suggestionabili, la dittatura sarebbe assolutamente inevitabile. Voglio dire, è una fortuna che abbiamo persone moderatamente suggestionabili nella maggioranza, e che quindi ci preservano dalla dittatura, ma permettono la formazione di una società organizzata. Ma una volta considerato il fatto che esiste questo 20% di persone altamente suggestionabili, diventa abbastanza chiaro che si tratta di una questione di enorme importanza politica. Ad esempio, qualsiasi demagogo che riesca a impossessarsi di un gran numero di questo venti per cento di persone suggestionabili e a organizzarle, è realmente in grado di rovesciare qualsiasi governo in qualsiasi paese.

E voglio dire, penso questo: dopo tutto, negli ultimi anni abbiamo avuto l’esempio più incredibile di cosa si può fare con metodi efficienti di suggestione e persuasione come il modello di Hitler. Chiunque abbia letto, ad esempio, la vita di Hitler scritta da Bullock ne esce con questa inorridita ammirazione per questo genio infernale che capiva veramente le debolezze umane, credo, quasi meglio di chiunque altro, e che le sfruttava con tutte le risorse allora disponibili. Voglio dire, sapeva tutto. Voglio dire, ad esempio, conosceva intuitivamente questa verità pavloviana secondo cui il condizionamento fatto in uno stato di stress o affaticamento va molto più in profondità del condizionamento effettuato in altri momenti. Ecco perché tutti i suoi grandi discorsi venivano organizzati di notte. Ne parla ovviamente in tutta franchezza nel Mein Kampf. Secondo lui questo è stato fatto unicamente perché le persone sono stanche di notte e quindi molto meno capaci di resistere alla persuasione rispetto a quanto lo sarebbero durante il giorno. E in tutte le tecniche che usava aveva scoperto intuitivamente, e attraverso tentativi ed errori, molti dei punti deboli che ora conosciamo in modo scientifico, credo, molto più chiaramente di lui.

Ma resta il fatto che questo differenziale di suggestionabilità, questa suscettibilità all’ipnosi, penso sia qualcosa che deve essere considerato con molta attenzione in relazione a qualsiasi tipo di pensiero sul governo democratico. Se c’è il 20% delle persone a cui si può davvero indurre a credere quasi qualsiasi cosa – come evidentemente possono essere – allora dobbiamo prendere misure estremamente caute per prevenire l’ascesa di demagoghi che le spingeranno su posizioni estreme, e quindi organizzarli e trasformarli in eserciti privati ​​molto, molto pericolosi che potrebbero rovesciare il governo.

Questo, come ho detto, rientra nel campo della pura persuasione. Penso che sappiamo molto di più rispetto al passato, e ovviamente ora disponiamo di meccanismi per moltiplicare la voce e l’immagine del demagogo in modo abbastanza allucinatorio. Voglio dire, la televisione e la radio: Hitler faceva un uso enorme della radio, poteva parlare a milioni di persone contemporaneamente. Già solo questo crea un abisso enorme tra il demagogo moderno e quello antico. L’antico demagogo poteva rivolgersi solo a quante persone la sua voce poteva raggiungere urlando al massimo. Ma il demagogo moderno può toccare letteralmente milioni di persone alla volta. E, naturalmente, con questa moltiplicazione della sua immagine può produrre questa sorta di effetto allucinatorio di enorme importanza ipnotica e suggestiva.

Ma poi ci sono tanti altri metodi che, grazie al cielo, non sono ancora stati utilizzati, ma che evidentemente potrebbero essere utilizzati. Esiste, ad esempio, il metodo farmacologico. Questa è stata una delle cose di cui ho parlato in Brave New World. Ho inventato un ipotetico farmaco chiamato soma, che ovviamente non poteva esistere così com’era, perché era allo stesso tempo uno stimolante, un narcotico e un allucinogeno, il che sembra improbabile in una sostanza. Ma il punto è che, se si applicassero diverse sostanze, si potrebbero ottenere quasi tutti questi risultati anche adesso. E la cosa veramente interessante riguardo alle nuove sostanze chimiche, ai nuovi farmaci che cambiano la mente, è questa: mentre, se si guarda indietro alla storia, è chiaro che l’uomo ha sempre avuto una brama di sostanze chimiche in grado di cambiare la mente. Ha sempre desiderato prendersi delle vacanze da solo. Ma l’effetto più straordinario di tutti è che ogni stimolante, narcotico, sedativo o allucinogeno presente in natura è stato scoperto prima dell’alba della storia. Non penso che ce ne sia uno solo di questi presenti in natura che la scienza moderna abbia scoperto. La scienza moderna dispone, ovviamente, di metodi migliori per estrarre i principi attivi di questi farmaci e, naturalmente, ha scoperto numerosi modi per sintetizzare nuove sostanze di estrema potenza. Ma la vera scoperta di queste cose presenti in natura è stata fatta dall’uomo primitivo chissà quanti secoli fa.

Ad esempio, sotto le abitazioni lacustri del primo Neolitico scavate in Svizzera sono state trovate teste di papavero, il che fa pensare che l’uomo facesse già uso di questa antichissima, potente e pericolosa sostanza stupefacente, già ai tempi della nascita dell’agricoltura. Quindi, a quanto pare, l’uomo era un tossicodipendente prima di essere un agricoltore, il che è un commento molto, molto curioso sulla natura umana!

Ma la differenza, come ho detto, tra gli antichi alteranti degli stati mentali, i tradizionali alteranti degli stati mentali, e queste nuove sostanze è che queste erano estremamente dannose, mentre le nuove non lo sono. Voglio dire, anche l’alcool, che è consentito, non è del tutto innocuo, come si può notare. E le altre, quelle non consentite, come l’oppio e la cocaina (oppio e tutti i suoi derivati), sono davvero molto dannose. Producono rapidamente dipendenza e, in alcuni casi, portano a una straordinaria degenerazione fisica e alla morte. Mentre queste nuove sostanze – è davvero straordinario che alcune di queste nuove sostanze che alterano la mente possano produrre enormi rivoluzioni all’interno della parte mentale del nostro essere, senza però fare quasi nulla alla parte fisiologica. Voglio dire, si può avere un’enorme rivoluzione – per esempio, con l’LSD-25, o con la psilocibina recentemente sintetizzata, che è il principio attivo del fungo sacro messicano – si può avere questa enorme rivoluzione mentale senza una rivoluzione fisiologica maggiore di quella che si otterrebbe bevendo due cocktail. E questo è un effetto davvero straordinario.

Ed è, naturalmente, vero che i farmacologi stanno producendo un gran numero di farmaci miracolosi in cui la cura è quasi peggiore della malattia. Ogni anno, una nuova edizione di libri di medicina contiene un capitolo sempre più lungo su quelle che vengono chiamate malattie iatrogene, vale a dire malattie causate dai medici. E questo è assolutamente vero: che molti dei farmaci miracolosi sono estremamente pericolosi. Voglio dire, possono produrre effetti straordinari e in condizioni critiche vanno sicuramente utilizzati. Ma dovrebbero essere usati con la massima cautela. Ma evidentemente esiste tutta una classe di farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale e che possono produrre enormi cambiamenti nella sedazione, nell’euforia, nell’ener-gizzare l’intero processo mentale, senza arrecare alcun danno percettibile al corpo. E in questo senso questa rappresenta, mi sembra, la rivoluzione più straordinaria. Nelle mani di un dittatore, queste sostanze, di un tipo o dell’altro, potrebbero essere usate innanzitutto in totale innocuità, e il risultato sarebbe che si può immaginare un’euforia che renderebbe le persone completamente felici anche nelle circostanze più abominevoli. Voglio dire, queste cose sono possibili. Questa è la cosa straordinaria. Voglio dire, dopo tutto, questo è stato vero anche con i vecchi farmaci grezzi.

Anni fa osservò un domestico, a proposito del Paradiso perduto di Milton, “E la birra fa più di quanto possa fare Milton per giustificare le vie di Dio verso l’uomo”. E la birra è, ovviamente, una droga estremamente rozza rispetto a queste. E si può certamente dire che alcuni degli energizzanti psichici e dei nuovi allucinanti possono fare incompara-bilmente di più di quanto Milton e tutti i teologi messi insieme potrebbero fare per far sembrare il terrificante mistero della nostra esistenza più tollerabile di quanto non sia in realtà.

In questo caso, quindi, credo che ci sia un’area enorme in cui la rivoluzione definitiva potrebbe funzionare davvero molto bene. Un’area in cui si potrebbe usare una grande quantità di controllo non attraverso il terrore, ma facendo sembrare la vita molto più piacevole di quanto non sia normalmente – piacevole al punto che, come ho detto prima, gli esseri umani arrivano ad amare uno stato di cose che, secondo qualsiasi standard umano ragionevole e decente, non dovrebbero amare. E questo, a mio avviso, è perfettamente possibile.

Ebbene, molto brevemente, lasciatemi parlare di uno degli sviluppi più recenti nel campo della neurologia: l’impianto di elettrodi nel cervello. Questo ovviamente è stato fatto su larga scala negli animali, e in alcuni casi è stato fatto nei casi di pazzi senza speranza. E chiunque abbia osservato il comportamento dei ratti con elettrodi piantati in diversi centri deve uscire da questa esperienza con i dubbi più straordinari su ciò che diavolo ci riserva se mai un dittatore riuscisse a impossessarsene.

Non molto tempo fa ho visto alcuni ratti nel laboratorio di Magoun alla UCLA. Ce n’erano due serie: una con elettrodi piantati in un centro di piacere. E l’esperimento consisteva nell’avere una barra che premevano, che accendeva una piccolissima corrente per un breve periodo di tempo, che aveva un filo collegato a quell’elettrodo e che stimolava questo centro del piacere, che evidentemente era assolutamente estatico. Questi ratti premevano la barra 18.000 volte al giorno! Apparentemente, se si impedisse loro di premere la barra per un giorno, il giorno successivo avrebbero premuto la barra 36.000 volte fino a cadere completamente esausti! E non mangerebbero né si interesserebbero al sesso opposto e continuereb-bero semplicemente a premere questa barra. Allora i ratti più straordinari erano quelli in cui l’elettrodo era piantato a metà strada tra il centro del piacere e quello del dolore, e dove evidentemente il risultato era una specie di miscuglio tra l’estasi più meravigliosa e lo stare sulla ruota allo stesso tempo. E avresti visto il ​​topo guardare la sua barra e dire: “Essere o non essere, questo è il problema”. Alla fine si avvicinava, lo faceva, e poi tornava indietro con questo terribile – se riesco a umanizzare e antropomorfizzare – voglio dire, sentiva qualcosa di terribilmente misto. E avrebbe aspettato parecchio tempo prima di premere nuovamente la barra. Ma la premeva sempre di nuovo! Voglio dire, questa è stata la cosa straordinaria.

Ho notato che nell’ultimo numero di Scientific American c’è un articolo molto interessante sugli elettrodi nel cervello dei polli, dove la tecnica è molto ingegnosa: si affonda nel loro cervello una piccola presa con una vite sopra, e l’elettrodo poi può essere avvitato sempre più in profondità nel tronco cerebrale, e puoi testarlo in qualsiasi momento a seconda della profondità (che è in frazioni di millimetro) di ciò che stai stimolando. E queste creature non vengono semplicemente stimolate tramite filo, ma sono dotate di un ricevitore radio miniaturizzato che pesa meno di un grammo, che è attaccato a loro, in modo che possano comunicare a distanza. Voglio dire, possono correre nell’aia, e tu puoi premere il pulsante, e questa particolare area del cervello a cui è stato avvitato l’elettrodo verrà stimolata. E otterrete questi fenomeni fantastici per cui una gallina assonnata si alzerà all’improvviso e si precipiterà qua e là, o una gallina attiva si siederà all’improvviso e si addormenterà, o una gallina all’improvviso comincerà a sedersi come se stesse covando un uovo, o un il gallo inizierà a combattere o entrerà improvvisamente in uno stato di estrema depressione.

L’intero quadro del controllo assoluto delle pulsioni è terrificante. E nei pochi casi in cui ciò è stato fatto con esseri umani molto malati, anche gli effetti sono evidentemente notevoli. L’estate scorsa stavo par-lando in Inghilterra con Gray Walter – che è il più emi-nente esponente della tecnica dell’elettroencefalo-gramma in Inghilterra – e mi diceva di aver visto detenuti senza speranza nei manicomi con queste cose in testa, e queste persone soffrivano di malattie incontrollabili, depressione. E avevano inserito questi elettrodi in qualcosa che somigliava, evidentemente, al centro del piacere del ratto. Comunque, quando si sentivano troppo male, semplicemente premevano il pulsante della batteria che avevano in tasca, e lui diceva che il risultato era fantastico. Gli angoli della bocca erano rivolti verso il basso, si alzavano all’improvviso, ed evidentemente si sentivano, non so per quanto tempo, molto allegri e felici. Quindi qui, ancora una volta, si vedono le tecniche rivoluzionarie più straordinarie che sono ora a nostra disposizione.

Ora, penso che ciò che è ovviamente e perfettamente chiaro è che, per il momento, queste tecniche non sono molto utilizzate se non in modo puramente sperimentale. Ma penso che sia straordinariamente importante per noi renderci conto di ciò che sta accadendo, conoscere ciò che è già accaduto e poi usare una certa dose di immaginazione per estrapolare nel futuro il tipo di cose che potrebbero accadere. Voglio dire, cosa potrebbe accadere se queste tecniche straordinariamente potenti fossero usate da persone autorevoli senza scrupoli? Cosa diavolo succederebbe? Che tipo di società otterremmo?

E penso che questo sia particolarmente importante, perché, come si vede guardando indietro alla storia, in passato abbiamo permesso che tutti quei progressi tecnologici – che hanno cambiato profondamente la nostra vita sociale e individuale – ci prendessero di sorpresa. Voglio dire, mi sembra che, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, quando le nuove macchine rendevano possibile il sistema di fabbrica, non fosse al di fuori dell’ingegno dell’uomo guardare ciò che stava accadendo e proiettarsi nel futuro e forse per prevenire le conseguenze davvero terribili che afflissero l’Inghilterra e gran parte dell’Europa occidentale e gran parte di questo paese per circa sessanta o settant’anni. Gli orribili abusi del sistema di fabbrica. E se allora si fosse dedicata una certa lungimiranza al problema, se le persone avessero prima scoperto cosa stava succedendo, e poi avessero usato la loro immaginazione per vedere cosa sarebbe potuto succedere, e poi avessero continuato a trovare i mezzi per risolverlo. Se le peggiori applicazioni delle nuove tecniche non avessero avuto luogo, allora penso che all’umanità occidentale avrebbero potuto essere risparmiate circa tre generazioni di miseria totale imposta ai poveri in quel momento.

E allo stesso modo con vari progressi tecnologici ora. Voglio dire, è abbastanza chiaro che dobbiamo iniziare a pensare molto, molto intensamente ai problemi dell’automazione. E ancora, penso che dobbiamo pensare ancora più profondamente ai problemi che potrebbero sorgere in relazione a queste nuove tecniche che potrebbero contribuire a questa rivoluzione definitiva. Il nostro compito è innanzitutto, come ho detto, essere consapevoli di ciò che sta accadendo, poi usare la nostra immaginazione per vedere cosa potrebbe accadere, come se ne potrebbe abusare, e poi, se possibile, vedere se gli enormi poteri di cui disponiamo, che ora possediamo, se questi progressi scientifici e tecnologici saranno utilizzati a beneficio degli esseri umani o piuttosto per il loro degrado definitivo.

Grazie.

Moderatore: Abbiamo ancora qualche minuto per…

Huxley: Mi dispiace molto. Ho parlato troppo a lungo.

Moderatore: No, va tutto bene. Facciamo una breve discussione, e quelli di voi che sono interessati a restare e ad ascoltare, sono sicuro che ne varrà la pena. [???] vorrei [???]

Uditore: Ebbene, temo che la mia domanda dimostri un certo ottimismo che potrebbe non essere giustificato. In un certo senso, la tua citazione del tuo domestico secondo cui “il malto fa più di quanto Milton può giustificare le vie di Dio verso l’uomo” indica che la mia osservazione deve assicurarmi che io stia esaminando [???] il pensiero per vedere il mondo come il mondo non è. In ogni caso, sono un po’ preoccupato per il tuo quadro, o per il quadro che dipingi, che il futuro possa contenere una serie di dittature scientifiche monolitiche e che possa esserci un’ondata in questa direzione; un’ondata causata dalla tendenza umana a cercare il piacere, che dovrebbe essere trovato. Ma mi colpisce il fatto che movimenti di questo genere siano sempre molto più complessi di qualunque nostro tentativo di caratterizzarli. E penso che forse in questa complessità si trovi un raggio di speranza che il futuro potrebbe non contenere dittature scientifiche così monolitiche e che gli sviluppi che possiamo aspettarci alla luce delle varie conquiste tecnologiche da lei menzionate potrebbero non portare nella direzione delle dittature scientifiche nel modo da te indicato. Ciò può dipendere in larga misura dalla natura, o dalle caratteristiche, delle nazioni in cui questi risultati verranno introdotti per la prima volta. In altre parole, la mia domanda in realtà è: quando ti proietti nel futuro e dici che le probabilità che si verifichino dittature di questo tipo sono molto grandi, potresti specificare un po’ meglio quali sono queste probabilità?

Huxley: Beh, non credo che le possibilità siano molto alte. Penso che ci siano e che uno dei motivi per cui potremmo avere più dittature di quante ne vogliamo sia un altro. Voglio dire, con ampie zone del mondo che aumentano del 3% all’anno in termini di popolazione, Dio solo sa cosa succederà. Per esempio, lo scorso autunno sono stato in India. E, naturalmente, questa è una cosa terribilmente deprimente, l’enorme povertà. E la depressione è cresciuta molto con l’annuncio, proprio mentre eravamo lì, che le Nazioni Unite erano giunte alla conclusione che le loro precedenti stime sull’aumento della popolazione indiana erano decisamente troppo basse. Le stime si aggiravano intorno all’1,7% annuo, che è più o meno lo stesso dato degli Stati Uniti, che ha dovuto essere corretto fino al 2,2 o 2,3, che credo raddoppi la popolazione in circa 22 anni. E, naturalmente, ci sono ampie zone del mondo in cui l’aumento è del tre per cento, e in alcune parti del mondo addirittura del quattro per cento. Insomma, il tre per cento raddoppia la popolazione in 24 anni e il quattro per cento (non ricordo) in circa 16 anni, credo.

Ma mi sembra che il pericolo di dittatura sorga quando la popolazione preme di più sulle risorse. E quando la marea crescente di aspettative – che certamente esiste in questi Paesi sottosviluppati – viene frustrata, come indubbiamente accadrà, perché è quasi impossibile realizzare uno sviluppo che raggiunga, e tanto meno superi, l’aumento della popolazione. Potremmo quindi avere una grande quantità di disordini sociali. E naturalmente i disordini sociali portano prima al caos e poi alla dittatura. Voglio dire, credo che la prospettiva di un qualche tipo di dittatura – militare o comunista; penso che nella maggior parte dei casi sia più probabile quella militare – mi sembra molto grande nei prossimi quindici o vent’anni. E se alcune di queste dittature potranno fare uso di questi metodi moderni resta da vedere. Ma credo che, purtroppo, le prospettive di dittature in vaste aree del mondo mi sembrano al momento molto grandi. Penso che ci sia una notevole probabilità che questo accada.

Uditore: L’implicazione sembra essere che dovremmo temere che queste tecniche cadano nelle mani di dittature, semidei, eccetera. Ma potrei facilmente immaginare una situazione in cui le democrazie occidentali potrebbero utilizzare questi metodi, come gli elettroidi attaccati al cervello di [???] per evitare guerre accidentali. Questo potrebbe essere un [???] molto morale. Oppure che si dia del soma alla minoranza scontenta della popolazione, che soffre di [???] eccetera. Ti piacerebbe commentare l’uso di queste tecniche da parte dei democratici [???] ?

Huxley: Beh, sei molto più pessimista di me. Ma forse il tuo pessimismo è giustificato. Voglio dire, resta il fatto terribile che quando le tecniche sono state scoperte, prima o poi tendono ad essere applicate. E in queste tecniche, dove l’oggetto di applicazione è l’essere umano, ci si trova ovviamente di fronte alla situazione più pericolosa. Quale sarà la tentazione per chi detiene il potere? Dopotutto, preghiamo regolarmente per non cadere in tentazione, e questa è una preghiera molto profonda e importante. Intendo, l’esperienza dimostra tristemente che se siamo tentati abbastanza a lungo e con sufficiente forza, quasi invariabilmente soccombiamo. E l’intero processo di creazione di una società dignitosa consiste essenzialmente nella creazione di una società in cui le tentazioni di abusare del potere siano ridotte al minimo. Ma, penso che queste nuove tecniche costituiscano una serie di tentazioni molto potenti, che per chi detiene l’autorità potrebbero alla fine rivelarsi irresistibili. Spero di no, ma penso che quello che dici sia qualcosa su cui dobbiamo riflettere. Che ciò possa essere applicato con giustificazione, come dici tu, nei più alti termini patriottici e morali. Anche nelle società democratiche non mi fido. Ma non si sa mai, soprattutto in condizioni di estremo stress militare.

Uditore: Sembrerebbe che il tipo di dittatura che ci hai delineato qui oggi, e più dettagliatamente in Brave New World, tenderebbe ad autoperpetuarsi a meno che non ci sia un aumento, una crisi sociale così acuta, da [???] sul modello di autorità e notevolmente sulla presa che viene tramandata da una generazione all’altra in questi termini. Ma sembrerebbe che il tipo di crisi sociale coinvolta in una guerra su larga scala – che si tratti di una guerra nucleare o di un altro tipo di crisi implicata in una carestia diffusa, eccetera, tenderebbe a interrom-pere questo modello di dittatura. Quindi, diresti che è necessario avere un alto grado di stabilità sociale (in termini di condizioni economiche, in termini di pace nel mondo) prima che una dittatura come quella che ci hai descritto possa davvero imprimersi su un territorio?

Huxley: Questo, penso, è molto importante. Voglio dire, penso che sia ovvio che una tale dittatura, se vogliamo sopravvivere, dovrebbe garantire adeguate scorte alimentari. E se effettivamente possa farlo nonostante il tipo di tensioni internazionali – se possiamo aspettarci una dittatura duratura nel contesto del nazionalismo, non lo so. Non credo. Penso che possiamo aspettarci che sorgano dittature, ma non di lunga durata. Voglio dire, penso che anche la dittatura meglio organizzata nel contesto del nazionalismo rischia, come dici tu, di crollare perché un lato dello stato mentale paranoico la porterà al conflitto, che ovviamente alla fine la distruggerà. Questo è un punto molto importante.

E poi, ovviamente, un altro punto sottolineato da Sir Charles Darwin nel suo libro The Next Million Years, che penso fosse quello che, in termini diversi, avevo previsto in Brave New World. Voglio dire, egli sottolinea che la specie umana è ancora una specie selvaggia. Non è mai stata addomesticata. Una specie addomesticata è quella che è stata addomesticata da un’altra specie. Ebbene, finché non avremo un’invasione da Marte non saremo domati da un’altra specie. Tutto quello che possiamo fare è cercare di domare noi stessi; che un’oligarchia cerchi di domarci. Ma l’oligarchia resta ancora selvaggia. Voglio dire, per quanto sia riuscita a domare, ad addomesticare il resto della razza, deve rimanere selvaggia. E questa era la parte dramma-tica della favola di Brave New World: le persone nella gerarchia superiore, che non erano spietatamente condizionate, potevano crollare. E Charles Darwin insiste sul fatto che, poiché l’uomo è selvaggio, non può mai aspettarsi di addomesticarsi, perché le persone che stanno al vertice non saranno mai addomesticate e prima o poi si manifesteranno sempre selvagge. Penso che ci sia molto da dire su questo punto di vista riguardo alla permanenza di qualsiasi dittatura.

Uditore: Sì, ho una domanda. Mi preoccupa una relazione che sembra esistere tra costo, consenso e controllo. Se un governo vuole controllare i suoi cittadini, ovviamente il suo lavoro sarà più facile se questi saranno più disposti a dare il proprio consenso, e il lavoro sarà corrispondentemente più costoso se il consenso corrispondente non c’è. Potrebbe fare qualche osservazione sulla fattibilità economica dell’introduzione di controlli biologici del tipo di cui ha parlato?

Huxley: Non lo so. Voglio dire, avrei pensato che in un certo senso sarebbe stato più economico che mantenere forze di sicurezza molto grandi, campi di concentramento e così via. Voglio dire, proprio come nei manicomi, il controllo chimico è molto più semplice ed economico del controllo fisico. Cioè, i brutti vecchi tempi delle camicie di forza, delle manette e così via richiedevano un bel po’ di persone per gestire i pazzi, mentre i tranquillanti sembrano richiederne molto meno. Insomma, si possono ottenere uguali risultati con mezzi più semplici e sicuramente più piacevoli. Non ho idea della reale situazione dei costi, ma mi sembra che in realtà potrebbe essere più economico. Non lo so.

Moderatore: Bene, vedo che alcuni di voi stanno partendo per la lezione delle quattro. Sarebbe l’occasione per andare adesso. Se il signor Huxley fosse disposto, potremmo accogliere per qualche istante alcune domande dal pubblico. Lo faresti?

Huxley: Certamente sì!

Moderatore: Quelli di voi che sono obbligati ad andarsene adesso, per favore procedano.

Huxley: Mi scuso per essermi dilungato così tanto.

Moderatore: Oh no, [???]

Huxley: Beh, sta diventando un po’ caldo, vero? Mi sembra di essere in una sala completamente senza finestre.

Moderatore: [???]

Huxley: C’è qualche mezzo di ventilazione in questo corridoio? ne vedo uno lì…

Moderatore: [???] nuovi farmaci—

Huxley: No, si trattava principalmente di discussioni: voglio dire, si parlava molto del problema di portare la tecnologia nei paesi sottosviluppati. C’erano molte persone delle Nazioni Unite lì. Un uomo molto capace, che è un vietnamita chiamato Gu Van Thai, un uomo affascinante, parlava inglese con un forte accento francese perché ha studiato economia a Parigi. Ed era molto interessante. Ha detto: “Vi parlo come un topo con gli elettrodi nel cervello, perché parlo dall’interno. Non sono uno degli sperimen-tatori all’esterno”. Ed era molto interessante. [???] sulle difficoltà che quando si introduce, diciamo, una tecnica altamente evoluta in uno di questi paesi arretrati, si crea un enorme divario tra le persone che gestiscono questa cosa e ne traggono profitto, e la massa del popolazione. Voglio dire, un divario altrettanto grave quanto quello tra i poveri dei paesi sottosviluppati nel loro insieme e coloro che sono ricchi nei paesi sviluppati. E quello che stava dicendo era che dobbiamo avere una tecnica adattabile che sia compatibile con queste persone, e poi cercare di introdurre ciò che già abbiamo. Ma ha detto che è stato fatto molto poco lavoro in questo campo. Ce n’erano un certo numero… voglio dire, c’erano molte persone molto capaci. Erano presenti Richard Caulder [?] dell’Università di Edimburgo, e Arthur [???] direttore dei servizi speciali delle Nazioni Unite. E abbiamo avuto delle conversazioni estremamente belle.

Moderatore: Beh, ho una domanda qui che è… beh, questa è essenzialmente quella a cui il signor Huxley si è rivolto nella sua ultima domanda quando ha detto: come il controllo sulle tecniche che sono state trasmesse da un gruppo a un altro [???] le tecniche del controllore saranno trasmesse da una generazione di élite a un’altra. Vuole commentare ulteriormente questa domanda? So che ne ha parlato poco fa.

Huxley: Beh, non credo. Voglio dire, penso che ci sarà chiaramente una difficoltà. C’è sempre una difficoltà nel trasferire il potere. Dopotutto, da qui le costituzioni scritte, come quella degli Stati Uniti, o una monarchia ereditaria in cui si ha un potere de facto essendo nella possibilità di trasmettere il potere senza troppi intoppi da una generazione all’altra. Può darsi che, in una dittatura ben controllata, il problema del potere al vertice, la lotta per il potere, non si porrebbe. Ma anche lì, semplicemente perché, ancora una volta, l’oligarchia stessa non è soggetta a condizionamenti estremi, perché deve conservare una certa libertà per poter prendere decisioni adeguate. Forse la lotta per il potere rimarrebbe sempre un grande problema, come è stato nel corso della storia, tranne quando si sono scritte costituzioni o si sono avute monarchie accettabili.

Moderatore: si, questo signore?

Uditore: Dottor Huxley, potrebbe aderire al punto di vista [???] proprio della società americana [???] particolarmente suscettibile a questo tipo di mondo folle, per il seguente motivo: quel [???] grado di conformità sociale, che qualsiasi stress creativo, questa idea di conformità viene ulteriormente spinta, e di conseguenza rende molto più facile sviluppare queste tecniche. E poi sembra che [???] le estremità, c’è una sensazione crescente che dobbiamo eliminare le estremità, che dobbiamo continuare a percorrere la via semplice. E questo mi sembra che renda tutto più facile per un tipo di dittatura che lei ha detto utilizzerà lentamente i mass media [???] popolazione. Oltre al fattore che preoccupa le altre società: avreste meno inibizione riguardo alla buona vecchia lotta per il potere all’interno della gerarchia più alta. Mentre qui ci sarebbe una sorta di inibizione nel cosiddetto processo legale che si è sviluppato e che impedirebbe all’uomo di attaccare violentemente i leader.

Huxley: Ebbene, questa faccenda del confor-mismo… proprio non lo so. Sembra estremamente difficile (certamente per me) giudicare se qui e ora ci sia un grado di conformismo più elevato di quanto non ci sia stato in altri luoghi e in passato. Voglio dire, avrei pensato che la tendenza al conformismo fosse in una certa misura controbilanciata dall’enorme differenziazione delle funzioni nella società moder-na. Niente potrebbe essere meno omogeneo nel funzionamento di una società moderna complessa. Voglio dire, le persone fanno cose straordinariamen-te diverse e, sebbene possa esserci una pressione al conformismo nei sobborghi di [???] , sembra esserci una notevole pressione al non conformismo o alla differenziazione, nella vita funzionale delle persone. Voglio dire, non ho idea di quanto uno compensi l’altro e se la spinta al conformismo sia più forte della spinta verso la differenziazione. È solo che non so quale sia la risposta.

Leggo dell’alto grado di conformismo, e naturalmen-te si vede che, certamente, rispetto al XIX secolo, questa società sembra essere più conformista. Voglio dire, se si legge la storia delle colonie utopiche fondate nel corso del XIX secolo, questo è davvero stravagante. È inconcepibile pensare che qualcosa di simile alla Comunità Oneida o alla Brook Farm venga creato oggi. Sarebbe così scandaloso che sarebbe impossibile immaginarlo. Eppure, in quei giorni vittoriani c’era questa libertà di fare esperimenti sociali del carattere più selvaggio.

Ancora una volta, cosa significhi esattamente questo e quale significato abbia per noi e per il futuro, non lo so davvero. Voglio dire, mi sento così incapace di comprendere veramente i fatti indicibilmente strani della vita reale. Penso che molto spesso bisogna semplicemente accettarli. Sono là. E cosa significhi-no veramente, non lo so. Forse è proprio questo il fascino della storia: non si sa mai veramente cosa significhi.

Moderatore: C’è un gentiluomo, proprio qui.

Uditore: Signore, [???] idee religiose [???]

Huxley: Bene, questo è finalmente collegato all’intero problema mente-corpo. Ancora non sap-piamo molto sulla relazione tra mente e corpo. Sappiamo chiaramente che sono strettamente legati tra loro, ma di come gli eventi elettrochimici nel sistema nervoso centrale si trasformino nel Quartetto in sol minore di Mozart non ne abbiamo la più pallida idea. Non penso che ne abbiamo più idea di Tommaso d’Aquino o Aristotele. Tutto quello che possiamo dire è che succede. E sappiamo molto di più sulla natura degli eventi elettrici e chimici. Ma ancora una volta, cosa sia il ponte e se sia sufficiente dirlo – come i monisti neutrali, i due aspetti, quello mentale e quello fisico, sono semplicemente la stessa cosa vista da lati diversi – ancora una volta, non lo so. Anche allora, come può la stessa cosa apparire così profondamente diversa? È qualcosa che non capisco.

E in relazione all’esperienza mistica, chiaramente questa è correlata agli stati elettrochimici all’interno del sistema nervoso centrale e sarei favorevole allo studio di questi stati. Penso che sia estremamente importante che lo conosciamo. Posso immaginare un intero ramo della scienza che potrebbe essere chiamato neuroteologia o micomisticismo. Voglio dire, sembra strano, ma dobbiamo comunque essere in grado di parlare nello stesso tipo di linguaggio dei due aspetti di ognuna di queste esperienze; quello neurologico e quello soggettivo. E poi noi, suppongo, a livello filosofico, dobbiamo prendere la decisione che Henry o William James ci hanno proposto. Voglio dire, è perfettamente ovvio che la mente è una funzione del sistema nervoso, ma è una funzione produttiva o trasmissiva? Come diceva Cabanis all’inizio del XIX secolo: “Il cervello secerne il pensiero come il fegato secerne la bile?” Oppure si tratta di una sorta di valvola, come credo lo stesso James, e certamente come pensava Bergson, attraverso la quale un elemento mentale preesistente trova accesso nell’essere umano? Il punto di vista di Bergson era che, ovviamente, si trattava di una sorta di valvola riduttrice che permetteva di emergere solo a quegli aspetti della coscienza universale che erano utili alla nostra sopravvivenza come animali sulla superficie del pianeta e come creature sociali all’interno di una società.

Beh, non lo so. Come dice James: entrambi i punti di vista sono piuttosto difficili da giustificare da un punto di vista filosofico. Ma la visione trasmissiva non è più difficile della visione produttiva. E forse ha ragione. Penso che la mia opinione sia che, nel complesso, lui e Bergson fossero più vicini alla verità di Cabanis. Ma non lo so.

Moderatore: Questo signore con la camicia bianca, lì.

Uditore: Dottor Huxley, le dispiacerebbe commentare le opinioni di Sir Julian Huxley sulla donazione dell’inseminazione artificiale?

Huxley: Beh, non so se conosco esattamente le sue opinioni!

Moderatore: Se ti interessa chiarirlo per noi.

Uditore: SÌ. Penso che quello che sta dicendo sia [???] Dr. Herman Miller [???] Università durante il [???] Penso che possiamo migliorare geneticamente la razza umana adottando tra la popolazione la nostra pratica di inseminazione artificiale, usando lo sperma di individui intelligenti… e non so come determini come devono essere scelti questi individui… ma mi chiedevo solo se tu conoscessi…

Huxley: Beh, voglio dire, questo è ovviamente l’intero problema dell’eugenetica. Se si sapessero applicare i principi eugenetici, penso che senza dubbio si potrebbe migliorare la qualità media del genere umano. E ci sono alcune prove – come Burt [?] ha sottolineato molto tempo fa, e come Medawar ha sottolineato più recentemente, che ci sono alcune prove che c’è un leggero calo del QI medio, e che a questo si potrebbe certamente porre rimedio. Ma ovviamente, come dici tu, il problema è scegliere chi. Voglio dire, posso perfettamente immaginare che se la Guerra Fredda dovesse durare a lungo, vincerà quella parte che per prima avvia l’inseminazione artificiale per la produzione di persone con un maggiore talento nelle scienze fisiche. E l’altro giorno ho letto un articolo di, non ricordo chi, un biologo dell’Università della California a Santa Barbara. Era un articolo divertente, ma conteneva aspetti piuttosto interessanti e seri riguardo al tipo di ipotetica azione di guerra fredda da parte delle potenze dittatoriali che erano in grado di utilizzare l’eugenetica in modi che non necessariamente avrebbero potuto – l’autore, il cui nome ora non ricordo – in modi che non erano necessariamente molto tirannici. Perché in fondo la donna avrebbe potuto sposare chi voleva, a condizione che avesse figli da padri selezionati al di fuori della relazione. Quindi i reali rapporti personali tra marito e moglie non verrebbero modificati seriamente. Questa, come ho detto, era una fantasia. Ma ancora una volta sembrava una fantasia che molto probabilmente avrebbe potuto realizzarsi e che, come concordano tutti i genetisti, poteva certamente portare a risultati considerevoli. Naturalmente, affinché l’eugenetica abbia luogo in modo rapido, bisognerebbe essere in grado di controllare non solo i fattori genetici maschili, ma anche quelli femminili, il che ovviamente è molto più difficile, ma non impossibile, immagino.

Moderatore: Ho qui una domanda scritta che vorrei leggervi: l’esplosione demografica è un grave pericolo per l’umanità, ma il diritto di avere figli è un diritto di libero arbitrio. L’unico modo apparente per arginare questa esplosione è attraverso una sorta di condizionamento o coercizione esterna su larga scala. Ma anche questo rappresenta un grave pericolo. Esiste una via d’uscita da questo dilemma?

Huxley: Ebbene, la via d’uscita dal dilemma, sicuramente, è stata indicata nella maggior parte dei paesi occidentali, dove le persone hanno volontariamente limitato le dimensioni delle proprie famiglie. Voglio dire, questo è avvenuto senza alcuna coercizione, a meno che non si chiami coercizione il desiderio di avere una buona vita economica e di allevare bene i propri figli. Voglio dire, questo è effettivamente accaduto. E in questo paese, dopo aver toccato il minimo durante la Depressione, il tasso di natalità è aumentato. Ma il punto è che il controllo della dimensione delle famiglie qui è ormai del tutto volontario – più o meno del tutto volontario – il che le rende profondamente diverse dalle persone delle società sottosviluppate che continuano a produrre dieci figli, perché persiste l’abitudine che affinché tre bambini sopravvivano bisogna produrne dieci. Ma ora se si producono dieci figli, sette sopravvivono grazie alle elementari precauzioni di salute pubblica che sono state adottate. Da qui, ovviamente, l’enorme e improvviso aumento. Il tasso di mortalità (che in passato era intorno ai trenta, così come il tasso di natalità) è ora sceso in molti di questi paesi a quindici, dodici e perfino dieci. Quindi naturalmente c’è un enorme aumento. Ma ci vorrà sicuramente del tempo per convincere le persone a cambiare le proprie abitudini. L’inerzia psicologica è molto più potente dell’inerzia fisica: è molto più facile spingere un camion da dieci tonnellate che un essere umano.

Moderatore: Il signor Post ha un’altra domanda.

Uditore: Hai parlato degli scopi a cui le droghe non dovrebbero essere destinate, come aumentare il conformismo, rendere gli uomini più contenti di quella che di fatto è una situazione intollerabile, assicurare il potere di una piccola élite, e così via. A quale scopo pensi che dovrebbero essere destinati questi farmaci, ammesso che ce ne siano?

Huxley: Beh, voglio dire, penso che dal punto di vista terapeutico alcuni di loro siano molto preziosi. Penso che già, ad esempio, alcuni dei cosiddetti energiz-zatori psichici abbiano fatto molto nel campo mentale. Ho capito dal dottor Nathan Kline- , ad esempio, che in moltissimi casi è possibile utilizzare alcuni di questi energizzatori psichici invece della terapia con elettroshock. E la gente dice che l’elettroshock non fa alcun male, ma non posso credere che l’elettroshock parziale faccia bene a qualcuno. E mi sembra un’ottima cosa che se riesci a far assumere alle persone una dose di mantenimento per farle uscire da queste terribili condizioni catatoniche e depressive, cosa che sembra essere in grado di fare. E quindi ci sono molte persone, mi pare, al di fuori delle istituzioni che hanno tendenze nella stessa direzione, per cui penso che un vero energizzante psichico potrebbe essere usato senza danneggiare le persone e sarebbe di immenso valore.

C’era addirittura – è stato affermato qualche anno fa, ricordo, che i russi avevano un piano quinquennale per aumentare l’efficienza mentale con mezzi chimici. Non so se ciò sia avvenuto e cosa abbiano scoperto. Ma penso che sia probabilmente sulle curve che si potrebbe aumentare la portata dell’attenzione, la quantità di tempo in cui concentrarsi sulle cose, il potere di osservazione e così via, sia con mezzi chimici che educativi. Penso che ci siano un certo numero di cose probabilmente abbastanza buone che potresti fare.

E poi, ancora, nel caso di queste sostanze molto strane come la psilocibina e l’acido lisergico, penso che ci sia molto da dire sul fare ciò di cui parlava William James: far sì che le persone si rendano conto che la loro visione ordinaria del mondo basata sul buon senso non è l’unica visione; che l’universo in cui abitano non è l’unico universo possibile e che ci sono altri universi molto strani in cui alcune persone abitano spontaneamente. Voglio dire, un uomo come William Blake vive ovviamente in un universo estremamente diverso da quello in cui vive la maggior parte delle persone. E penso che probabilmente sia molto salutare che alle persone sia permesso di rendersi conto di questo fatto; percepire che il mondo della mente è immensamen-te vasto e che in esso ci sono aree molto strane e straordinarie. E in letteratura non mancano i casi in cui questo tipo di esperienze hanno prodotto una sorta di conversione. Il lavoro che viene svolto ora ad Harvard da Leary, nelle prigioni locali di Boston, è molto interessante. Una sorta di serie di straordinarie esperienze di conversione, da cui sono emersi criminali incalliti.

E anche in questo caso potrebbe esserci… voglio dire, non ne sappiamo ancora abbastanza sull’argomento. Ma qui possono esserci possibilità di grande importanza per eliminare gli ostacoli. La giustificazione fu addotta da Bergson anni fa quando difese William James contro il suo uso del protossido di azoto. Un certo numero di colleghi filosofi pensavano che questo fosse [???] che un filosofo eminente dovesse ricorrere a questi mezzi chimici. James osservò che solo il protossido di azoto poteva capire cosa intendesse Hegel. Bergson disse che bisogna rendersi conto che le esperienze descritte dal signor James non sono causate dal gas, il gas è semplicemente l’occasione. I gas rimuovono alcuni ostacoli che avrebbero potuto essere rimossi altrettanto bene con mezzi psicologici e psicofisici, i cosiddetti esercizi spirituali delle varie religioni. Ma può anche essere rimosso con questi mezzi chimici. E se riesci a farlo senza farti del male, tanto meglio.

E incidentalmente, credo che sia una delle più grandi tragedie della ricerca psicologica il fatto che James—penso intorno al 1905—abbia fatto un esperimento con il peyote. E poiché aveva lo stomaco piuttosto debole, tutto quello che ebbe fu un violento vomito. Disse: “Temo di dover dare per scontate le visioni. Ho solo la nausea.” Ed è un vero peccato. Se avesse avuto uno stomaco più forte, avremmo potuto iniziare questa ricerca cinquant’anni fa. Ma il suo stomaco debole lo ha impedito e abbiamo dovuto aspettare molto più tardi per far funzionare davvero questa cosa.

Moderatore: Perché non chiudiamo il programma? Il signor Delaney dell’associazione degli studenti laureati mi ha chiesto di annunciare che martedì prossimo a mezzogiorno si terrà una riunione dell’associazione degli studenti laureati. Ora, voglio esprimere il nostro apprezzamento al signor Huxley. A nome di tutti coloro che erano qui per [???] comprendere. Grazie mille!

Huxley: Grazie!


[1] Aldous Huxley, Il mondo nuovo. Scritto nel 1932 è un romanzo di straordinaria preveggenza profetica. Ambientato in un immaginario stato totalitario del futuro, nel quale ogni aspetto della vita viene pianificato in nome del razionalismo produttivistico e tutto è sacrificabile a un malinteso mito del progresso.